Personalmente vado matto per le fragole con la panna; ma non so per quale strana ragione i pesci preferiscono i vermi”.
La citazione di Dale Carnegie ci introduce una delle difficoltà più grandi che le aziende si trovano ad affrontare: capire veramente quali siano le molle che fanno muovere le persone. La discrepanza tra chi gestisce il personale e i collaboratori è chiamata “il paradosso dei manager che motivano al contrario”, ed è molto diffusa.
Quando si parla di “gestione e motivazione del personale” molti manager credono di sapere come rendere produttivi i propri collaboratori ma, alla fine, finiscono per limitarne le potenzialità. Molti imprenditori investono tempo e denaro in estesi programmi di formazione per i dipendenti ma, dopo mesi, si ritrovano allo stesso punto di partenza.
Come mai accade tutto questo?
L’errore più grande delle attività legate alla motivazione del personale è che le aziende non considerano la radice dei problemi dell’Organizzazione Orizzontale: l’imprenditore e la qualità delle persone che compongono il team.
I vari approcci di gestione dei collaboratori sono, infatti, spesso slegati da un programma strutturato di gestione e miglioramento del personale, che deve includere sia il miglioramento dello stile di leadership dell’imprenditore sia un’analisi attitudinale delle persone che compongono il team, al fine di evitare effetti anche diametralmente opposti a quelli che l’azienda intendeva realizzare.
Quali sono i fattori che motivano davvero il personale?
In base a un’indagine condotta su un campione esteso di lavoratori dipendenti, i fattori che motivano il personale subordinato sono, in ordine d’importanza, i seguenti:
1. Pieno apprezzamento per il lavoro svolto
2. Sentirsi coinvolti nei problemi del lavoro
3. Comprensione e interesse verso i problemi personali
4. Buon livello salariale
5. Sicurezza del posto di lavoro
6. Lavoro interessante
7. Promozioni e crescita insieme all’azienda
8. Lealtà della direzione verso i lavoratori
9. Buone condizioni di lavoro
10. Una disciplina non opprimente
Nonostante questa ricerca sia ormai conosciuta da molti manager e imprenditori, dopo un po’ di tempo, è dimostrato che gli stessi tederanno a pensare che sono altri i fattori che dovrebbero motivare il personale.
Quando, ad esempio, un collaboratore risulta poco produttivo l’imprenditore è solito essere convinto che il salario sia uno degli aspetti più rilevanti. Potrebbe lamentarsi dicendo “È lui che deve cambiare atteggiamento visto che qui è ben pagato”, oppure “Dovrebbe essermi grato perché io comunque non sono ricorso alla cassa intergrazione e lo sto aiutando a conservare il posto di lavoro”. L’errore che commette è iniziare a presumere di sapere cosa spinge i collaboratori a dare, o non dare, il massimo. Dai risultati dell’indagine si evince, invece, che fattori come il buon livello salariale e la sicurezza del posto di lavoro sono, rispettivamente, solo al quarto e quinto posto come importanza per i dipendenti.
Per un’azienda imparare a motivare significa, dunque, rendersi conto del “paradosso dei manager che motivano al contrario”. Il paradosso è superabile avvicinandosi a quei valori motivazionali che muovono davvero i collaboratori, cambiando il punto di vista di chi gestisce il personale.
Quali sono, allora, le azioni da mettere in pratica per chi voglia gestire i collaboratori in modo efficace?
Osservando nell’indagine i primi tre fattori della motivazione, chi voglia gestire i collaboratori in modo efficace deve mettere in pratica queste quattro azioni:
1. Manifestare al personale il pieno apprezzamento per quello che fanno bene, sorprendendoli con elogi, riconoscimenti pubblici, premi e certificati
2. Far sentire le persone parte integrante di una squadra, coinvolgendoli in riunioni strategiche e “motivanti”, mostrando loro gli obiettivi a lungo termine e i progressi ottenuti
3. Interessarsi davvero al benessere dei collaboratori in quanto persone, al di là della loro produttività
4. Partecipare ad almeno un corso di qualità sulla gestione e motivazione del personale
Cosa fare con quelle persone che, dopo essere state adeguatamente motivate, non mostrano alcun miglioramento?
Dopo qualche mese che queste azioni sono messe in pratica, l’imprenditore o il manager dovrà prestare attenzione alle persone in azienda che non si mettono in discussione o i cui risultati continuano ad essere deludenti e instabili. Queste persone sono i cosiddetti “scollaboratori” e, di solito, hanno altri problemi che limitano la loro produttività. Essi rappresentano gli anelli deboli dell’azienda e chi gestisce il personale ha nei loro confronti due scelte: assegnare loro mansioni di minore importanza oppure sostituirle con persone dal potenziale più elevato.
Questi sono solo alcuni consigli pratici per creare un gruppo motivato e produttivo. Ma c’è molto altro da scoprire! Il successo di un azienda dipende dalle persone che la circondano e dall’esser guidate da un grande leader!
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